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Ipersensibilità dentale: quelle dolorose fitte ai denti

Da cosa è causata l'ipersensibilità dentale? Ed esiste una cura?

Mal di denti - Odontoiatria Buongiorno

Se avverti delle fitte quando mangi o bevi certi alimenti, sappi che si tratta di un fastidio, che può essere quotidiano o occasionale, che affligge molte persone. 

 

Si tratta di ipersensibilità dentinale, un disturbo comunemente chiamato “denti sensibili”.

 

L’Ipersensibilità dentinale è in realtà una patologia dei denti che crea difficoltà e problemi quotidiani in chi ne soffre: si tratta infatti di un dolore breve e acuto che si manifesta immediatamente con la stimolazione dell’elemento dentario colpito e si risolve, alquanto rapidamente, con la rimozione dello stimolo.

 

Ma quali sono le cause di questa patologia?

 

In chi soffre di ipersensibilità dentale, i fattori scatenanti più comuni sono il consumo di cibo o bevande freddi oppure caldi, il consumo di cibi zuccherini o aspri, ma anche respirare aria fredda o spazzolare i denti con molto vigore.

 

Questo tipo di ipersensibilità va distinta da quella derivante dalla presenza di una carie profonda o di una frattura dentale: in questi casi occorre, infatti, un immediato intervento del medico dentista.

 

Generalmente l’ipersensibilità dentale è riconducibile ad una perdita di smalto localizzata con una conseguente esposizione al cavo orale della sottostante dentina e la relativa apertura dei tubuli dentinali. Questi ultimi sono i canali che, attraversando la dentina stessa, raggiungono la polpa dentale e le sue terminazioni nervose.

 

Chi soffre di questa patologia?

 

Stando ai dati emersi da uno studio del 2013, il 42% dei soggetti di età compresa tra 18 e 35 anni soffre di ipersensibilità: le cause sembrano essere diete troppo ricche di sostanze acide, e recessioni gengivali dovute ad un uso troppo aggressivo dello spazzolino.

 

Infine fra le cause si rinviene la parodontite, una malattia infettiva batterica che interessa i tessuti che hanno il compito di mantenere i denti ben saldi nella loro sede naturale all’interno della bocca.

 

Tuttavia, ci sono anche altre tipologie di pazienti, come ad esempio quelli affetti da disturbi alimentari, da reflusso gastrico e da xerostomia.

 

Quali sono i sintomi dell’ipersensibilità dentale?

 

Chi soffre di questa patologie, a prescindere da quale sia la causa fra quelle elencate, avverte un dolore localizzato o generalizzato, con intensità variabile da lieve a molto severa, che rende difficile o comunque doloroso lavarsi i denti, bere, mangiare e parlare.

 

La sensazione di dolore deriva dalla comunicazione delle terminazioni nervose della polpa dentale con l’ambiente esterno.

Come curare quindi l’ipersensibilità dentale?

 

Per curare l’ipersensibilità si dovranno occludere meccanicamente i tubuli dentinali pervi con sostanze resistenti alla rimozione da parte dei fluidi acidi del cavo orale (per lo più minerali), e al tempo stesso, grazie ad agenti come gli ioni di potassio, si dovrà inibire la trasmissione neuronale riducendo l’eccitabilità delle terminazioni nervose pulpari.

 

Ma la terapia non basta: il medico dentista dovrà monitorare cause, fattori di rischio ed eliminare le cause che hanno dato origine al fenomeno di ipersensibilità per impedire che il fenomeno possa ripresentarsi. Ecco quindi che anche un trattamento “domiciliare”, associato all’intervento del dentista, si rivela una strategia preziosa.

 

Infatti dentifrici arricchiti con arginina, calcio, fluoruro stannoso, e sodio fosfosilicato e lo stronzio sono efficaci nella riduzione del dolore, specie se utilizzati almeno due volte al giorno. Il loro utilizzo aiuta il paziente a provare sollievo nella percezione dei sintomi.

 

Occorre comunque sempre rivolgersi al proprio medico dentista per sincerarsi che la causa dell’ipersensibilità di cui si soffre non sia imputabile a carie dentali, parodontiti o fratture: in quel caso sarà il dentista che seguirà una terapia efficace ed adeguata al nostro specifico problema.