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I medici, le forze speciali di questa guerra

(E perché le guerre si vincono anche con i soldati semplici)

Cari Amici, non esagero a dirvi che stiamo combattendo una guerra vera

E’ una guerra diversa da quelle che abbiamo conosciuto attraverso i libri e dai racconti dei nostri nonni. Questa è poco rumorosa, subdola e soprattutto investe tutti noi. 

 Tutti noi che siamo soldati a cui, però, sono richiesti solo per poche settimane comportamenti come il distanziamento sociale e maggior attenzione all’igiene nella vita quotidiana. L’ esercito in questa guerra vede molti soldati in prima linea. Penso ad esempio ai commessi e ai cassieri della grande distribuzione, alle badanti dei nostri nonni a casa e nelle case di riposo, alle Forze dell’Ordine in campo per controllare il territorio e alla fine, ma non in ordine di importanza, ai Sanitari. 

 Il mio pensiero e tutto il mio orgoglio va’ a loro. Per me loro sono le nostre “Forze Speciali“: Medici, Infermieri, Tecnici, OSS, volontari e tutti gli ausiliari. L’ Ospedale San Jacopo rappresenta l’ultimo baluardo, l’ultimo faro in grado di illuminare le tenebre che il nemico ha gettato sulla nostra amata terra. 

Le nostre Forze Speciali non sono gli eroi invincibili dei racconti di fantasia, sono padri, madri e persone che dopo aver combattuto in turni massacranti ed estenuanti tornano a casa e hanno paura, paura che il nemico sia entrato dentro di loro pronto ad aggredirei loro cari. 

 Grazie al nostro impegno riusciremo ad alleggerire il loro durissimo lavoro. Chiudo ricordandovi le parole di Douglas Machartur che disse: “Il soldato prega più di tutti gli altri per la pace, perché è lui che deve patire e portare le ferite e le cicatrici più profonde della guerra.”