L’ortodonzia, letteralmente “denti dritti”, è quella branca dell’Odontoiatria che interviene per correggere eventuali anomalie nel posizionamento dei denti e delle ossa mascellari allo scopo di evitare malocclusioni delle arcate dentarie.
Lo scopo dell’ortodonzia quindi non è solo migliorare l’estetica del volto correggendo i denti mal posizionati o disallineati ma soprattutto prevenire problematiche che si possono sviluppare in futuro:
Eventuali anomalie se intercettate in tenera età sono più facili da correggere. Si parla infatti di “ortodonzia intercettiva“.
E’ invece più impegnativo (in termini di interventi necessari) trattare il problema nell’adolescenza o, peggio ancora, in età adulta.
Vediamo nel dettaglio quali sono le principali malocclusioni trattate dall’ortodonzia:
Errata chiusura delle arcate dentali, dovuta alla mascella in posizione più avanzata rispetto alla mandibola.
Questo scorretto allineamento causa la sporgenza dei denti dell’arcata superiore, poiché gli elementi cercano di compensare lo squilibrio che si è creato.
Le cause di una 2a classe dentale possono essere genetiche ma anche delle semplici cattive abitudini (es. l’uso prolungato del ciuccio i primi anni di età, o la costante suzione del pollice nei bambini).
Lo scorretto posizionamento della lingua o una deglutizione atipica possono intensificare la sporgenza.
Consiste in uno sviluppo mandibolare inadeguato che colpisce il morso, e quindi la masticazione, nonché l’estetica della persona (che appare col “mento in avanti”).
È una delle malocclusioni più complesse che esistano e viene detta anche “prognatismo mandibolare” o “progenismo”.
Solo un ortodontista esperto in possesso di tutta la documentazione necessaria a seguito di un’approfondita visita ortodontica (anamnesi familiare, fotografie, modelli, radiografie, etc.) può fare diagnosi differenziale.
Nel caso fosse presente una terza classe scheletrica è importante intervenire precocemente con delle apparecchiature ortopedico-funzionali (es. la maschera di Delaire, che però è poco accettata dai bambini ed è sconsigliata nei casi di verticalità aumentata).
Malposizione dentale dovuta alla mancanza di spazio che rende i denti non allineati.
È diffuso nei bambini a partire dai 6 anni, allorché i da latte cominciano a cadere per fare spazio ai denti permanenti.
Quando il dente non riesce ad erompere la gengiva o lo fa in parte, restando “incluso” per l’appunto all’interno della gengiva.
Un’accurata visita odontoiatrica infatti, e ancor di più un’ortopanoramica (OPT), sono decisive per permettere al dentista di individuare gli eventuali denti inclusi, la loro posizione e la percentuale di inclusione.
E’ una malocclusione caratterizzata dal mancato contatto tra i denti in occlusione, che lasciano un’apertura di solito occupata dalla lingua a riposo.
Eccessiva chiusura della bocca con i denti superiori che coprono totalmente i denti inferiori.
Quando i denti dell’arcata superiore non scavalcano correttamente quelli dell’arcata inferiore.
Questa condizione porta a una funzione masticatoria asimmetrica e scorretta.
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