Facciamo chiarezza sull’apicectomia. Quando la carie è profonda (si parla in questo caso di “carie destruente“) i batteri giungono nella polpa del dente dando infezione e dolore.
L’unica terapia possibile in questo caso è il trattamento endodontico, detto comunemente devitalizzazione o cura canalare.
Talvolta accade che un dente già devitalizzato possa tornare a dar fastidio. In tale situazione la radiografia evidenzia al medico la presenza di una piccola macchia rotonda intorno all’apice della radice (granuloma apicale).
Talvolta può accadere che la devitalizzazione non funzioni al 100% casi. Questo capita allorché negli ultimi millimetri della radice (apice) ci sia una forma irregolare del nervo per cui gli strumenti del dentista non ci arrivano.
In questi casi, che si stima siano attorno al 5-7%, i batteri rimangono e causano un’infezione cronica che si chiama granuloma apicale.
Se a seguito della radiografia il medico stima di poter risolvere il fastidio con una seconda devitalizzazione (ritrattamento) procede, altrimenti è necessario ricorrere all’apicectomia dentale, detta anche chirurgia endodontica retrograda.
Questo intervento consente di prolungare la vita del dente e di rimandare l’estrazione oppure l’impianto dentale anche di molti anni.
Eseguire un’apicectomia significa asportare una piccola parte della radice interessata dall’infezione (detta, appunto, apice), poi disinfettarla con cura e sigillare la zona per isolarla dall’attacco dei batteri.
L’intervento si può eseguire su qualsiasi dente. Sui denti anteriori sarà più semplice mentre sui denti posteriori, data la difficoltà di accesso e la presenza di altri tessuti nobili o radici di altri denti, sarà un po’ più complicato.
Ecco perché utilizzare microscopi o sistemi ingrandenti durante l’intervento, come avviene presso la Buongiorno Odontoiatrica, garantisce al paziente risultati ottimali.
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