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DIABETE E PARODONTITE: NEMICI DA COMBATTERE INSIEME

Ecco perché il diabete e la parodontite sono malattie collegate fra loro

Quando pensiamo al diabete, la nostra mente corre al sangue, al livello di glicemia, all’insulina e all’alimentazione. Quando, invece, pensiamo alla parodontite, pensiamo alle gengive e alle strutture che sorreggono i nostri denti. E allora perché una malattia che riguarda la glicemia è così strettamente correlata ad un’altra che può affliggere il cavo orale? Semplice, facciamo uno spoiler in apertura di questo articolo: queste malattie croniche sono “amiche” fra loro e si alimentano a vicenda: il diabete aumenta il rischio di parodontite e la parodontite può peggiorare il controllo glicemico del diabete. Ecco perché sono due nemici da sconfiggere insieme.

Ma se questa è la conclusione, adesso dobbiamo cercare di capire come sia possibile e scoprire di più su questi due grandi nemici della nostra salute. In questo articolo, infatti, scopriremo di più su diabete e parodontite, sul loro collegamento e su come poter rendere difficile la vita a queste due malattie, prendendoci cura di noi ed affidandoci ai giusti professionisti.


Cos’è esattamente il diabete?

Partiamo dunque da capire esattamente chi sia il nemico numero uno, il diabete, quello con cui in Italia si trovano a convivere più di 3,5 milioni di persone. Si stima che tenda ad aumentare con l’età, arrivando a rappresentare il 20% degli uomini ed il 15% delle donne tra i 65 e 74 anni. Il diabete è una malattia caratterizzata da un’elevata concentrazione di glucosio nel sangue, nota come iperglicemia. Questa condizione è causata da un’alterata produzione o azione dell’insulina, un ormone prodotto dal pancreas, che permette al glucosio di entrare nelle cellule e di essere utilizzato come fonte di energia.
Il diabete può essere di due tipi: quello di tipo 1 (detto anche “diabete giovanile”), che è una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario attacca e distrugge le cellule del pancreas che producono l’insulina facendo accumulare il glucosio nel sangue, e quello di tipo 2, la forma più comune. Se la prima forma, infatti, è una malattia rara che colpisce solo il 10% delle persone diabetiche, il diabete di tipo 2 colpisce circa il 90% delle persone con diabete. In questo caso, il pancreas produce insulina, ma le cellule del corpo non sono in grado di utilizzarla in modo efficiente.
Al di là di una storia familiare di diabete, i fattori di rischio che portano ad ammalarsi di diabete di tipo 2 sono anche l’obesità, la sedentarietà ed un regime alimentare non corretto, ricco di grassi e di zuccheri. A livello di sintomatologia, si rinvengono essenzialmente:

  • Aumento della sete
  • Frequente minzione
  • Perdita di peso inspiegabile
  • Stanchezza cronica
  • Visione offuscata
  • Infezioni ricorrenti (ed ecco che entra in gioco la parodontite).

E’ importante prestare attenzione a questi sintomi poiché per una malattia come il diabete la tempestività della diagnosi è fondamentale: se non controllato, il diabete può infatti portare a gravi complicazioni, tra cui malattie cardiovascolari, malattia renale cronica, neuropatia diabetica, retinopatia diabetica, e piede diabetico.
Ma come diagnosticarlo e curarlo? La diagnosi del diabete viene effettuata attraverso un esame del sangue, che va a misurare la concentrazione di glucosio nel sangue, a digiuno o dopo un pasto. Se la diagnosi è positiva, sulla base dell’iperglicemia rinvenuta, vengono prescritti trattamenti che vadano a mantenere i livelli di glucosio nel sangue entro valori normali: se per il diabete di tipo 1 il trattamento è basato sull’iniezione di insulina, nel diabete di tipo 2, che come abbiamo visto è la forma più diffusa, il trattamento può includere, oltre all’insulina, anche indicazioni specifiche sulla dieta e l’attività fisica e l’assunzione di farmaci. Ma nell’indagare la correlazione fra diabete e parodontite, è importante sottolineare che è proprio lo stile di vita che, in caso di diabete di tipo 2, diventa parte integrante del trattamento, comprendendo grande attenzione ad una dieta sana ed equilibrata, ad una regolare attività fisica, al mantenimento di un peso corporeo ideale e ad una grande cura alla propria igiene orale.

Tornando alla domanda iniziale, infatti, capito cosa sia il diabete, come può essere collegato alla salute della nostra bocca ed, in particolare alla parodontite? Conosciamo quindi il nemico numero 2, la parodontite per l’appunto, e lo capiremo con maggiore chiarezza.


Cos’è la parodontite?

Le persone con diabete dovrebbero essere consapevoli del rischio di parodontite e dovrebbero sottoporsi a regolari controlli dentistici: il trattamento della parodontite può infatti aiutare a migliorare il controllo glicemico, e contribuire a ridurre il rischio di complicazioni del diabete. La parodontite è infatti una malattia infiammatoria cronica che colpisce le gengive e le strutture che sostengono i denti. Questa malattia è una delle principali cause di perdita dei denti negli adulti ed è causata dalla proliferazione di batteri nella placca dentale.
Quando, fin da piccoli, ci è stato raccomandato di lavare bene i denti per eliminare nel miglior modo possibile i batteri e non far creare la placca, ci davano un saggio consiglio: la placca infatti è un film, sottile ed appiccicoso, che si forma sui denti dopo ogni pasto; se non viene rimossa regolarmente, oppure la nostra igiene orale non è corretta, la placca può indurirsi e formare il tartaro. Il tartaro è a sua volta un deposito duro e calcificato, molto più difficile da rimuovere, se non con un’igiene orale professionale, che può irritare le gengive e favorire così la proliferazione dei batteri. La parodontite è una delle patologie più diffuse al mondo: nelle popolazioni occidentali sopra i 35 anni l’incidenza è del 50% e supera il 60% negli over 65.
La parodontite può essere prevenuta proprio adottando buone abitudini di igiene orale, spazzolando i denti almeno due volte al giorno per due minuti, usando un buon dentifricio ed il filo interdentale una volta al giorno e sottoponendosi a regolari controlli dentistici.

La parodontite è proprio causata dalla proliferazione di batteri nella placca dentale, ed i suoi sintomi possono includere:

E’ importantissimo, anche in questo caso, specie se si soffre di diabete, prevenire: se non diagnosticata e trattata tempestivamente, la parodontite può portare alla perdita dei denti, all’infezione delle ossa mascellari, e ad infezioni sistemiche. Ecco perché prendersi cura della propria igiene orale e sottoporsi a periodici controlli è fondamentale: la parodontite può essere diagnosticata da un dentista o da un igienista dentale, che possono immediatamente procedere al trattamento il quale, partendo da una igiene dentale professionale, sulla base della gravità della malattia, può includere una terapia antibiotica o un intervento di chirurgia parodontale.
Se l’igiene dentale professionale è il primo, fondamentale step nel trattamento della parodontite, infatti, poiché questa comporta la rimozione di placca e tartaro in aree che difficilmente riusciamo a raggiungere con l’igiene dentale domiciliare, può rendersi necessaria una ulteriore terapia antibiotica se la parodontite è grave oppure se le nostre gengive non rispondono in maniera adeguata alla terapia di igiene. D’altro canto gli antibiotici, se reputati necessari dal medico dentista, possono aiutare a ridurre l’infiammazione e l’infezione in casi particolarmente gravi di parodontite. Esistono, poi, casi in cui il tessuto sia così infetto o danneggiato da rendere necessario un intervento di chirurgia parodontale.

Per prevenire tutto questo, come abbiamo detto, è fondamentale non solo una buona igiene orale, ma anche un controllo costante da parte degli specialisti, specie se rientriamo in alcune categorie di pazienti come quelli che fumano, soffrono di malattie cardiache, sono in stato di gravidanza, o, per l’appunto, soffrono di diabete.


In che modo il diabete favorisce la parodontite e la parodontite favorisce il diabete?

Come anticipato in apertura dell’articolo e come confermato fino ad ora, recenti studi mostrano forti correlazioni tra il diabete e le malattie quali gengivite e parodontite cronica. Il rischio per un soggetto diabetico di ammalarsi di parodontite cronica è da due a tre volte maggiore rispetto a quello di un soggetto non diabetico. Il diabete e la parodontite sono infatti due patologie correlate, al punto che è stata teorizzata una relazione a due vie: il diabetico ha una tendenza a sviluppare parodontite e il soggetto con parodontite ha una tendenza a sviluppare diabete. Cioè una potenzia l’altra.


Come la parodontite può dare origine al diabete o aggravarlo

La parodontite è considerata una delle complicanze più frequenti del diabete: ciò è dovuto ad una risposta alterata all’infezione batterica da parte degli organismi del cavo orale dovuta a diversi fattori, tra cui: alterazione del microcircolo, ridotta produzione di collagene, alterato metabolismo osseo, alta proliferazione di batteri patogeni in bocca a causa dell’iperglicemia, etc. Recenti studi in letteratura dimostrano che un controllo della malattia parodontale aiuterebbe a controllare più efficacemente il diabete, cioè i livelli di glicemia nell’arco della giornata, per questo si raccomanda di recarsi dal proprio dentista di fiducia almeno due volte all’anno per una visita di controllo. 
Riassumendo, possiamo dire che la parodontite vada a peggiorare il controllo glicemico perché:

  1. l’infiammazione associata alla parodontite può aumentare la resistenza all’insulina;
  2. la perdita di denti può rendere più difficile per le persone con diabete controllare il loro livello di glucosio nel sangue.

Anche il diabete aumenta il rischio di parodontite

Partiamo dal dire che il diabete aumenta il rischio di parodontite, essenzialmente per tre motivi:

  1. il diabete provoca un’alterazione della funzione immunitaria: il diabete altera la funzione immunitaria, rendendo le persone più suscettibili alle infezioni.
  2. il diabete provoca un’alterazione della circolazione sanguigna: il diabete può causare danni ai vasi sanguigni, riducendo il flusso di sangue alle gengive. Questo può rendere più difficile per il corpo combattere le eventuali infezioni.
  3. il diabete aumenta i livelli di glucosio nel sangue: i livelli elevati di glucosio nel sangue possono favorire la proliferazione dei batteri nella placca dentale.

Alla luce di questo, il diabetologo deve informare il paziente diabetico del maggio rischio di malattia parodontale e della relazione che lega le due malattie.
Il legame fra diabete e parodontite, infatti, è uno dei classici casi in cui la collaborazione fra professionisti nel settore della salute si rivela ancora più preziosa in quanto sia il diabetologo che il medico dentista possono dare indicazioni preziose all’altro specialista sullo stato di salute del paziente.
La visita del cavo orale e l’investigazione sulla presenza dei sintomi tipici della parodontite dovrebbe quindi essere parte integrante della visita del diabetologo (bocca secca, comparsa di micosi, alitosi, etc.). A partire dai 16/17 anni di età i pazienti sospetti di parodontite devono essere indirizzati all’odontoiatra per una valutazione del caso attraverso il sondaggio parodontale. Se necessario, si provvederà anche con esami radiografici a misurare il grado di distruzione del tessuto alveolare attorno ai denti affetti da parodontite.
In presenza di parodontite il paziente, anche diabetico, sarà inserito in un programma di regolari visite ravvicinate di igiene orale professionale e di monitoraggio per curare e bloccare la malattia.
Evidenze scientifiche dimostrano che, nel medio lungo termine, la terapia parodontale riduca il valore dell’emoglobina glicata (uno dei valori più importanti da tenere sotto controllo da parte di un soggetto diabetico). Inoltre è bene ricordare che diabetologo e medico dentista dovranno considerare che, qualora il paziente diabetico abbia una assenza, anche parziale, di elementi dentari, questa situazione andrà valutata perché è necessario ripristinare una corretta masticazione, che è alla base di una buona alimentazione, cardine fondamentale nella terapia del diabete mellito.
Ne deriva che, in caso di prima visita o prima di un qualsiasi trattamento odontoiatrico, sia indispensabile avvisare il dentista della presenza del diabete, e del suo trattamento: sarà poi cura dell’odontoiatra, alla luce di questo, pianificare ad esempio gli orari di visite ed interventi, in modo da non interferire con gli orari dei pasti (per i pazienti insulino-dipendenti e scongiurare episodi di ipoglicemia). Queste informazioni si rilevano ancora più preziose se si deve affrontare un intervento di chirurgia orale (es. estrazione di un dente o un impianto dentale) in quanto sarà importante predisporre una terapia antibiotica per minimizzare la possibilità di complicanze infettive, che nei pazienti diabetici risultano essere più aggressive.


Cosa fare per combattere insieme entrambe le malattie?

Alla luce di quanto detto, un soggetto diabetico dovrà prevenire le complicazioni legate al cavo orale e al diabete stesso, tenendo sotto controllo il livello di glicemia nel sangue mediante l’assunzione di farmaci e seguendo un corretto stile di vita ma, al tempo stesso, dovrà avere molta cura lo stato di salute della bocca per prevenire il più possibile l’insorgenza di malattia parodontale a cui è maggiormente esposto.
Eseguire quotidianamente una scrupolosa igiene orale, ispezionare regolarmente lo stato di salute delle proprie gengive, avvertire tempestivamente il proprio medico dentista in caso di sanguinamento gengivale, ed astenersi dall’assunzione di alcol e di fumo, che sono, a prescindere, importantissimi fattori di rischio sia per il diabete che per la parodontite.

Se dunque, per il paziente diabetico, la soglia di attenzione sullo stato di salute della propria bocca deve necessariamente essere più alto, si può confermare che per rendere la vita difficile ad entrambe queste malattie croniche indebolendole contemporaneamente, la ricetta sia la corretta igiene orale unita ad uno stile di vita sano.

Per ulteriori approfondimenti, rimandiamo al Documento congiunto della Società Italiana di Parodontologia con l’Associazione dei Medici Diabetologi AMD e la SID,
Società Italiana di Diabetologia.