Ma cosa è esattamente la menopausa?
La vita di una donna è soggetta a fasi e cambiamenti molto importanti, sia sul piano fisico che su quello mentale. Indubbiamente la menopausa è uno di quei momenti per ogni donna in cui, in maniera del tutto fisiologica, intervengono molte modifiche che influenzano lo stile di vita, la salute, l’atteggiamento mentale.
L’allungamento della vita media e lo “spostamento” del concetto di vecchiaia in anni successivi rispetto a quelli considerati in passato, ha fatto sì che le donne abbiano deciso sempre di più di prendersi cura del proprio benessere e della propria estetica anche in un periodo in cui, in passato, specie con l’arrivo della menopausa, si consideravano “ormai vecchie”: oggi l’attenzione per il periodo della menopausa è dunque altissima così da poter consentire alle donne di poter minimizzare i rischi collegati a questa delicata fase proseguendo nella propria attività lavorativa, familiare, sociale e sessuale serenamente. Se l’attenzione andrà dunque posta, in prima battuta, sullo stile di vita e sull’alimentazione, ecco cosa possiamo fare per vivere al meglio e col sorriso il periodo della menopausa.
La prima cosa da ricordare, dunque, è che, in quanto fase della vita, benché comporti qualche problema, la menopausa non va vissuta come una malattia, ma come una necessaria fase della vita di ognuna di noi.
Così come definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, la menopausa è “ la definitiva cessazione dei cicli mestruali, derivante dalla perdita della funzione follicolare ovarica, ed è diagnosticata retrospettivamente dopo dodici mesi consecutivi di amenorrea o assenza di ciclo”. La scomparsa del ciclo mestruale è, dunque, il fenomeno più chiaro ed evidente della menopausa che, nella popolazione italiana, generalmente si manifesta fra i quarantacinque ed i cinquantacinque anni.
E se la menopausa arriva prima o dopo l’età media?
Esiste la menopausa precoce, che si manifesta se la cessazione del ciclo mestruale avviene prima dei 40 anni, così come si parla di menopausa tardiva se questo avviene dopo i 55 anni. Esiste poi la menopausa indotta, vale a dire il caso in cui il ciclo si interrompa a seguito di isterectomia o asportazione delle ovaie, o come conseguenza di terapie invasive come radio e chemioterapia.
Esistono poi periodi transitori come ad esempio la peri-menopausa, il periodo che precede la menopausa stessa e che copre un arco temporale compreso fra i tre anni prima della scomparsa completa del ciclo fino al primo anno dopo l’ultimo ciclo mestruale.
Si parla, invece di pre-menopausa, sempre secondo l’OMS, quando ci si riferisce al periodo fertile della vita di una donna così come si parla di post menopausa nell’intero periodo successivo all’inizio di questa fase.
Ed allora quando si sente parlare di climaterio, a cosa ci si riferisce?
C’è in effetti questo termine, abbastanza nuovo, che si riferisce agli anni della vita di una donna che potremmo definire “di transizione” e durante i quali, cioè, benché la donna non si trovi ancora nel periodo della menopausa, si passa comunque dalla fase produttiva a quella non fertile. Il termine è stato introdotto dalla International Menopause Society (il fatto che esista un’associazione internazionale che si occupa del periodo della menopausa ci fa riflettere su quanto sia importante conoscerla a fondo) e si riferisce dunque ad un periodo molto lungo in cui si avviano alcuni importanti cambiamenti ormonali che possono dare vita ad alcuni sintomi che, nel loro complesso, vengono definiti “sindrome climaterica” fra cui, ad esempio, le tanto detestate vampate di calore.
Le vampate di calore interessano dal 75% all’85% delle donne e, solitamente, compaiono proprio in questo periodo, con una durata media fra i 7 ed i 10 anni. La causa delle vampate di calore già durante il climaterio non è nota ma sembra che la causa si possa rinvenire in un riassetto dell’ipotalamo, che è responsabile della nostra temperatura corporea.
Inoltre in questo periodo, possono comparire altri sintomi come sudorazione notturna, spesso associata a pancia gonfia, pelle secca, secchezza vaginale, aumento di peso, sbalzi d’umore e stanchezza cronica.
Quello che dobbiamo ricordare, come abbiamo detto inizialmente, è che la menopausa non è comunque una patologia da curare e che è dovuta al fatto che ogni donna nasce con un numero di ovuli fecondabili fra i quali alcuni si degenerano spontaneamente, mentre altri vengono rilasciati, a partire dalla pubertà, in fase ovulatoria, mensilmente. Con il passare degli anni, oltre ad esaurirsi gli ovuli, anche gli ormoni che sono necessari per far maturare una cellula uovo diminuiscono e questi fattori, combinati, fanno sì che cessi sia l’attività ovarica che, di conseguenza, il ciclo mestruale.
Ed ecco quindi che abbiamo citato gli altri grandi “concorrenti” che portano una donna alla menopausa. Stiamo parlando degli ormoni.
Che ruolo giocano gli ormoni nel periodo della menopausa?
Affinché il ciclo sia regolare, come abbiamo visto, le ovaie devono produrre in particolare due ormoni: estrogeno e progesterone. Con gli anni la loro produzione inizia a diminuire e le mestruazioni e l’ovulazione diminuiscono la loro frequenza per poi terminare definitivamente. Sono infatti i follicoli ovarici ad essere adibiti alla produzione di estrogeni da parte delle ovaie. Le conseguenze più importanti del calo degli estrogeni nel corpo di una donna vanno ricondotte al maggiore rischio di malattie cardiovascolari, osteoarticolari ed osteoporosi.
Per questo motivo molte donne decidono di ricorrere alla terapia ormonale sostitutiva che, come molti medici evidenziano, va presa in considerazione sotto stretto controllo medico per possibili effetti negativi, soprattutto dal punto di vista cardiovascolare e mammario. Alcune donne, inoltre, non possono ricorrere alla terapia ormonale sostitutiva per controindicazioni agli estroprogestinici. In ogni caso, comunque, i medici che seguono le pazienti, prescriveranno pap-test, mammografie, esami del sangue e MOC (mineralometria ossea computerizzata) per evidenziare o meno la presenza di osteoporosi.
La conseguenza della menopausa su denti e gengive: la xerostomia
Il disequilibrio ormonale, come abbiamo visto, incide sulla salute della donna e va ad avere ripercussioni su molti organi. Abbiamo visto che fra le conseguenze del periodo della menopausa una parola che emerge con frequenza è “secchezza”: anche nella nostra bocca questa secchezza è condizionata dal calo degli estrogeni.
La salivazione, infatti, cambia con le modifiche ormonali: così come in gravidanza si va incontro ad un aumento della salivazione detto “scialorrea”, in menopausa il flusso salivare si riduce dando origine ad un altro fenomeno chiamato xerostomia.
La muscosa orale, sostanzialmente, diventa più secca per la riduzione del flusso salivare comportando, nei casi ovviamente più gravi, persino difficoltà di deglutizione di cibi solidi e nell’articolazione delle parole. Altre conseguenze della xerostomia possono essere la sensazione di bruciore in bocca, la percezione della “bocca amara”, labbra screpolate, alitosi ed afte.
E venendo ai denti e alle gengive? Escludendo i casi più gravi, dobbiamo comunque prenderci cura della nostra bocca durante la menopausa perché la saliva ha una importantissima funzione di protezione sia per i nostri denti che per le nostra gengive: dati statistici e studi recenti, evidenziano infatti come per le donne in menopausa aumenti il rischio di perdere i denti e di andare incontro a parodontite o malattia parodontale, per la creazione di “tasche” piuttosto profonde fra dente e gengiva.
Cosa possiamo fare? Innanzitutto, per alleviare i sintomi, e proteggere la nostra bocca è consigliato bere frequentemente, per mantenere idratata la cavità orale.
Possiamo anche masticare chewing-gum senza zucchero, possibilmente con xilitolo, per stimolare la produzione di saliva, evitare di consumare alcolici e di fumare, ed evitare di consumare alimenti eccessivamente salati o speziati.
Inoltre un buon suggerimento è quello di farsi seguire da un team di specialisti, dal medico di base, al ginecologo, al dentista. La xerostomia, ad esempio, è un fattore di cui informare immediatamente il proprio dentista poiché a volte la riduzione della salivazione è riconducibile alla sindrome di Sjogren, che va posta in diagnosi differenziale come patologia autoimmune e non è collegata alla menopausa.
Dal punto di vista strettamente dentale, inoltre, potrebbe essere utile quando si è in menopausa aumentare il numero di controlli odontoiatrici a cui sottoporsi, così da intercettare tempestivamente alcune eventuali problematiche risparmiando anche tempo e denaro necessario per eventuali cure.
Ma durante la menopausa, se soffro di osteoporosi, posso mettere l’impianto?
Frequentemente, una delle conseguenze della menopausa è l’osteoporosi, una malattia legata all’invecchiamento che si manifesta a partire dai cinquanta anni d’età e che colpisce soprattutto le donne, in Italia addirittura 1 su 4.
Questa malattia rende le ossa più fragili e meno resistenti, per cui anche l’osso della bocca risulta inadeguato ad aggrappare e ad integrare gli impianti dentali.
Fortunatamente la ricerca medica ha fatto passi da gigante negli ultimi anni e per chi soffre di questa patologia è stato messo a punto un impianto specifico che prende il nome di “impianto trabecolare”. Si tratta di un impianto innovativo per due motivi: la forma ed il materiale.
Rispetto al classico impianto dentale, l’impianto trabecolare ha una struttura in parte fatta a vite e in parte porosa, come fosse una spugna. Questa peculiarità consente all’osso, sebbene più morbido e debole, di crescere all’interno dell’impianto. Il risultato quindi è un impianto ben aggrappato e stabilizzato anche su pazienti con osteoporosi.
L’impianto trabecolare è innovativo anche nella composizione: al tradizionale titanio è stato aggiunto il tantalio, un metallo estremamente resistente e sicuro già usato da molti anni in campo ortopedico nella realizzazione di protesi d’anca e di ginocchio. E’ un metallo dalle notevoli proprietà antibatteriche, e assolutamente biocompatibile, ovvero riconosciuto come proprio dal nostro corpo.
Unica eccezione per poter ricorrere all’impianto trabecolare è l’assunzione di farmaci bifosfonati: questi farmaci rallentano il riassorbimento osseo. In tal caso sarà sufficiente concordare con il proprio medico curante la sostituzione con altri medicinali egualmente efficaci.
Quindi le pazienti in menopausa che vogliono denti fissi al posto della protesi mobile, possono tranquillamente realizzare i propri desideri anche in caso di osteoporosi.
SABATO:
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