Uno dei problemi principali nell’alimentazione dei paesi occidentali è la glicemia, causata dall’eccesso di carboidrati che quotidianamente ingeriamo.
I carboidrati sono tutti quegli amidi, quegli zuccheri e quelle fibre che si trovano in alimenti come cereali, frutta, verdura e, ovviamente, prodotti lattiero caseari e dolci. Questi alimenti sono i responsabili di un repentino aumento della glicemia nel nostro sangue, pertanto è opportuno conoscerli, così da cercare di assumere il più possibile carboidrati sani, cioè quelli derivanti da verdura, frutta, cereali integrali a discapito di quelli provenienti da alimenti contenenti alte concentrazioni di zucchero aggiunto, sale e grassi.
E che cos’è la glicemia?
La glicemia è la concentrazione di glucosio nel sangue: il glucosio nutre le cellule del nostro corpo ed è quindi essenziale per il nostro benessere. La sua principale fonte sono ovviamente gli alimenti ma può essere anche sintetizzato dal nostro organismo stesso: l’importante è che il livello del glucosio, vale a dire proprio la glicemia, abbia un andamento costante durante la giornata nel nostro organismo. Questo accade grazie ad un sistema di autoregolazione che è “gestito” da ormoni specifici: gli ipoglicemizzanti, che sono i responsabili dell’abbassamento della glicemia, e gli iperglicemizzanti che, invece, la innalzano. La responsabilità maggiore di questo meccanismo di regolazione all’interno del nostro corpo ricade sull’insulina che è, per l’appunto, un ipoglicemizzante che viene prodotto dal nostro pancreas e che è fondamentale per metabolizzare gli zuccheri.
Quali sono, in una persona non affetta da diabete, i normali valori della glicemia?
Per i soggetti sani con una alimentazione corretta ed una vita regolare, i valori medi della glicemia si mantengono solitamente tra i 60 ed i 130 mg/dl mentre a digiuno i valori si attestano generalmente fra i 70 ed i 110 mg/dl. Questi dati, che possono sembrano solo ed esclusivamente di interesse medico, in realtà devono essere ben monitorati. Se, infatti, a digiuno i valori vanno a mantenersi fra i 100 ed i 125 mg/dl, questo potrebbe indicare una IFG, vale a dire una alterata glicemia a digiuno che può essere sintomatica di un non corretto stile di vita.
Qualora, invece, si riscontrino valori glicemici uguali o superiori a 126 mg/dl, la nostra attenzione deve farsi ancora maggiore poiché questo dato potrebbe essere indice di diabete.
Ma come controllare ed abbassare la propria glicemia?
Anticipiamo la risposta: la glicemia si controlla innanzitutto a tavola.
Mantenere sotto controllo la glicemia è fondamentale: tassi troppo alti, la cosiddetta iperglicemia, portano alla comparsa di importantissimi problemi come malattie cardiovascolari, neuropatie, danni al sistema renale. Su cosa possiamo agire, quindi, per tenerla sotto controllo? E possiamo capire da soli se la nostra glicemia è troppo alta?
Sicuramente l’alimentazione è, come spesso accade, una delle possibili immediate soluzioni per tenere la glicemia sotto controllo e, se si è genitori, occorre dare un buon esempio di alimentazione corretta anche ai nostri figli perché sì, la glicemia va tenuta nel suo range ideale ad ogni età.
Come abbiamo spiegato parlando della glicemia e del funzionamento dell’insulina, quando mangiamo, gli zuccheri presenti nel cibo, questi a livello intestinale passano nel sangue e fanno subito aumentare la glicemia, per cui il nostro pancreas rilascia immediatamente l’insulina, l’ormone che ha il compito di portare il glucosio all’interno delle cellule che lo utilizzano come fonte di energia per consentirci di svolgere le nostre funzioni quotidiane.
Il nostro cervello, in questo meccanismo di regolazione è fortemente coinvolto: il cervello infatti, a differenza del resto del nostro corpo, non è in grado di immagazzinare il glucosio autonomamente, e richiede quindi l’intervento di insulina e glucagone, i due ormoni che regolano il livello degli zuccheri nel sangue. Il secondo, in particolar modo, ha il compito di ristabilire i corretti livelli di glucosio in seguito al digiuno.
La delicatezza e la complessità di questo processo fanno sì che mantenere questo equilibrio sia fondamentale, e per farlo è necessario seguire un regime alimentare a basso contenuto glicemico, privilegiando cibi integrali ricchi di fibre ed evitandone altri come ad esempio, gli alimenti con molti zuccheri aggiunti. Diamo dunque il benvenuto sulle nostre tavole alle verdure a foglia verde come le cime di rapa, gli spinaci, la lattuga, la rucola ed il cavolo, asparagi e broccoli.
Si rivelano preziosi anche i cerali integrali, il riso, la pasta integrale, da preferire ai prodotti raffinati. E i legumi? Sono altri preziosi alleati nella quotidiana lotta alimentare alla glicemia alta: fagioli, fave, ceci, lenticchie sono infatti alimenti che riescono a ridurre l’assorbimento degli zuccheri contenuti nei cibi.
E’ fondamentale inoltre consumare ogni giorno frutta fresca di stagione, in particolar modo pere, mele, arance e fragole, nespole, albicocche, lamponi e pesche.
Parlando di alimentazione, dobbiamo menzionare anche l’importanza della corretta idratazione e dell’attività fisica: bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno associando questa buona abitudine ad una costante attività fisica, anche se moderata, ci consentirà di amplificare gli effetti benefici delle sane abitudini a tavola.
Ultimo, ma non per importanza, è il contenimento dello stress: anche questo contribuisce a far rallentare e peggiorare il delicato equilibrio che controlla l’andamento dello zucchero nel nostro sangue.
Cosa accade se non si tiene la glicemia sotto controllo o non intercettiamo tempestivamente l’iperglicemia?
Come in ogni fenomeno che riguarda la salute, si parla di prevenzione come “primo farmaco” perché per la maggior parte delle patologie, il loro riconoscimento tempestivo e la loro cura, può far sì che non si scatenino effetti collaterali e danni permanenti o comunque duraturi al nostro organismo. Abbiamo visto che la glicemia alta può portare allo sviluppo di malattie cardiovascolari, a danni ai reni o al sistema nervoso, ma ci possono essere ripercussioni anche sulla retina, ai piedi ed alle ossa.
Se la glicemia resta alta a lungo, le cellule perdono la sensibilità nei confronti dell’insulina determinando un fenomeno noto come insulino-resistenza. Ciò significa che, ad esempio, dopo un pasto ricco di carboidrati, nonostante l’aumento dello zucchero nel sangue, il nostro corpo non riesce più a veicolarlo nelle cellule e ad utilizzarlo come energia. Questo costante livello alto di zuccheri non sfruttati viene trasformato in colesterolo e trigliceridi, e nei casi più gravi, può portare al diabete come malattia conclamata.
Questa situazione, se non intercettata, può causare un progressivo accumulo di grasso nel fegato, nei visceri, e portare, fra l’alto, ad un visibile aumento di peso. Non da sottovalutare, infine, un’alta esposizione a fenomeni di infiammazione generale che possono dare origine a disturbi di varia natura.
Ma quali sono gli 8 sintomi più evidenti dell’iperglicemia a cui prestare attenzione?
Ci sono segni e sintomi che, funzionando come “spie d’allarme”, possono farci capire quando la glicemia debba essere controllata.
Esiste, ad esempio, una prima regola che potrebbe essere chiamata “La regola delle 3 P”. Le P stanno per poliuria, polidipsia e polifagia.
Ecco quindi i primi 8 sintomi a cui prestare attenzione.
1 – FREQUENTE BISOGNO DI URINARE (poliuria)
Significa avvertire il bisogno di urinare frequentemente. Perché avviene? E perché questo può essere collegato ad alti livelli di glicemia?
Accade perché il corpo, dovendo ridurre l’eccesso di glucosio nel sangue, lo fa attraverso l’urina. L’apparato urinario, messo a dura prova, può indebolirsi ed essere soggetto ad infezioni come, ad esempio, cistiti.
2 – SETE (polidipsia) e senso di BOCCA ASCIUTTA
Un altro segno importante che dovrebbe farci riflettere su un possibile collegamento con la glicemia alta, è la sensazione di avere la bocca asciutta e una sete molto frequente nell’arco della giornata. Questo avviene perché, dovendo il nostro corpo espellere glucosio attraverso le urine, sente il bisogno di reidratarsi tramite i liquidi persi con l’urinazione frequente. Bere molta acqua, insomma, aiuta a mantenere sotto controllo l’indice glicemico nel nostro sangue ma diventa un vero e proprio bisogno se la glicemia è già di per sé alta.
3 – FAME (polifagia)
Possibile che chi ha già la glicemia alta avverta una sensazione di fame frequente? Sì. Ed ecco quello che accade: da una parte le cellule del nostro corpo “sono affamate” perché non riescono ad ottenere il glucosio di cui hanno bisogno per il fenomeno dell’insulino-resistenza. Dall’altra, la persona che soffre di glicemia alta si sente altrettanto affamata e debole e, perciò, tenderà a mangiare di più e più frequentemente non ottenendo, però, nessuna energia poiché gli zuccheri presenti nel cibo andranno ad accumularsi sotto forma di grasso corporeo.
4 – SONNOLENZA, FATICA A CONCENTRARSI e EMICRANIA
L’iperglicemia comporta il rilascio di insulina. Questa, fra le varie azioni che svolge, inibisce altri ormoni tipo dopamina e serotonina, che sono ormoni che aiutano la concentrazione e lo stato di vigilanza. Se ci pensiamo bene, questo è quello che ci accade anche dopo un pasto troppo abbondante: sentiamo il bisogno di andare a dormire o, comunque, abbiamo difficoltà a concentrarci, a lavorare o studiare.
5 – DOLORI (NEUROPATIA)
In caso di glicemia alta, può accadere di avvertire dolori articolari e muscolari perché le nostre cellule non riescono ad avere l’energia di cui hanno bisogno e vanno, quindi, “in affaticamento”.
Ma questo non è l’unico motivo: lo zucchero in eccesso nel sangue va a “glassare” i vasi sanguigni più sottili ed i capillari che nutrono i nervi, e questo causa una vera e propria neuropatia periferica, cioè una malattia ai nervi di braccia e gambe. I segnali a cui dobbiamo dunque prestare attenzione per poter valutare se la nostra glicemia sia più o meno troppo alta sono dolori, formicolii, scosse elettriche alle gambe, dita delle mani e dei piedi intorpidite.
6 – INFEZIONI (VASCULOPATIA)
Se la nostra glicemia è alta e non ci siamo accorti fino ad ora di soffrire di iperglicemia, i nostri vasi sanguigni sono particolarmente “glassati” e pertanto le nostre cellule di difesa faticano a passare dal sangue alle cellule dei tessuti infiammati, rendendoci più esposti al rischio di infezioni. Inoltre, il glucosio in eccesso presente nel sangue è appetibile per i batteri che si riproducono così in modo esponenziale provocando infezioni. Ma di quali infezioni si tratta?
Ecco che compare la bocca, una delle parti del nostro corpo che maggiormente vanno monitorate e curate poiché spesso è manifestazione di patologie latenti. Le infezioni di riferimento, infatti, sono malattie parodontali, carie e gengivite.
In presenza di parodontite, inoltre, i batteri del cavo orale attraverso la circolazione possono raggiungere gli altri organi del nostro corpo innescando reazioni infiammatorie; la parodontite poi comporta l’aumento della produzione di citochine infiammatorie che possono contribuire ad un incremento degli acidi grassi liberi e ad un calo della produzione di ossido nitrico. Infine, la parodontite stessa va ad incrementare il rischio di diabete poiché è un fattore che porta all’aumento dell’emoglobina glicata, che è indice di un controllo glicemico peggiore.
Tuttavia la bocca non è l’unico apparato esposto: nell’apparato urinario si può incorrere in cistite o vaginite oppure, per quanto riguarda i tessuti, basti pensare all’onicomicosi, molto diffusa nei pazienti iperglicemici. Si tratta di un’infezione micotica della placca ungueale oppure del letto ungueale o di entrambe le strutture.
7 – IL GRASSO VISCERALE
Altro sintomo da non sottovalutare per capire se siamo affetti da iperglicemia e, eventualmente, approfondire i controlli, è il grasso viscerale. Questo tipo di grasso è la famosa “ciambella o pancia sporgente”: è ormai risaputo che funziona come un organo a sé stante, cioè produce i mediatori dell’infiammazione che provocano un aumento del rischio di malattie cardiovascolari, degenerative e tumorali.
8 – VISIONE OFFUSCATA
La glicemia alta provoca delle alterazioni nel cristallino e nei liquidi all’interno dell’occhio. Queste modificazioni riducono la capacità di vedere rendendo la visione sfocata e offuscata. Se quindi non soffriamo di particolari patologie e possiamo escludere miopia e astigmatismo come cause della nostra vista offuscata, potremmo indagare sui nostri valori glicemici rivolgendoci agli specialisti competenti.
Che ruolo può avere il dentista nell’intercettare tempestivamente l’iperglicemia?
Vi abbiamo parlato spesso dell’importanza delle visite periodiche e dell‘igiene professionale: anche in questo caso, regolari visite di controllo dal dentista possono contribuire alla diagnosi precoce del diabete in quanto spesso il parodontologo riesce ad intercettare manifestazioni orali e segni di pre-diabete.
Così come rilevare e trattare la parodontite in un paziente diabetico in modo tempestivo può ridurre le sue complicanze, al tempo stesso riuscire ad identificare i pazienti ipeglicemici e a rischio diabete è molto importante per prevenire l’insorgenza di parodontite ed istruire il paziente sulla corretta igiene orale domiciliare. Il dentista può richiedere al paziente di effettuare alcuni esami del sangue se sospetta un tasso di glucosio nel sangue troppo alto e può consigliare una visita diabetologica, specie in quei pazienti che abbiano una parodontite grave oppure una familiarità di primo grado per il diabete di tipo 2.
Ricordiamo che i pazienti diabetici vanno incontro ad un rischio maggiore di avere problemi al cavo orale come, ad esempio, maggiore placca, gengiviti e, per l’appunto, parodontite. La Società Italiana di parodontologia ed implantologia (Sidp) si è espressa più volte su questa esigenza rilevando come le persone diabetiche abbiano una probabilità tripla di sviluppare un’infiammazione gengivale e come, al tempo stesso, chi soffre di una grave malattia parodontale sia più esposto al diabete o fatichi, comunque, a controllare la glicemia.
SABATO:
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