Si sente molto parlare di impianti dentali. E’ bene essere informati, quando andiamo a parlare con il nostro dentista di fiducia di questa possibilità, affinché si sappia che questa scelta è assolutamente sicura, ma che ci sono nostre caratteristiche fisiche, stili di vita, patologie, che possono rendere più o meno di successo l’inserimento dell’impianto.
La presenza, ad esempio, di uno stato infiammatorio delle nostre gengive, in forme più o meno gravi, non è un deterrente all’inserimento dell’impianto ma comporterà, come ci dirà un bravo implantologo, la necessità di far guarire le nostre gengive prima di mettere l’impianto, ottimizzando così la successiva guarigione della nostra bocca in tempi rapidissimi.
Ognuno di noi ha infatti proprie caratteristiche ed abitudini, ed è bene affidarsi ad un professionista nel settore dell’implantologia che, insieme a noi, possa valutare a 360 gradi tutti gli aspetti dell’inserimento di un impianto e la sua durata nonché le sue (alte) probabilità di successo.
E’ per questo che la scelta del giusto specialista professionista in implantologia si rivela fondamentale e che la nostra vicinanza anche geografica al nostro specialista può rivelarsi preziosa per il mantenimento a lungo nel tempo del nostro impianto dentale.
L’implantologia, lo ricordiamo, è quella branca dell’odontoiatria che si occupa della sostituzione dei denti mancanti per mezzo di denti artificiali.
I denti artificiali presentano come radice una vite in titanio mentre la corona è costituita da una capsula in materiale ultraresistente ed estetico. Impianto e corona sono uniti da una connessione.
L’impianto in titanio funziona nel 97-99% dei casi: il nostro corpo lo accetta e non esiste rigetto in quanto il titanio è un metallo riconosciuto dal nostro corpo come se fosse un proprio elemento. Non si parla dunque di rigetto ma di “fallimento implantare” quando, cioè, c’è una mancata osteointegrazione vale a dire quando la vite e l’osso non riescono ad integrarsi perfettamente.
Ecco 10 cose che forse non sapevi sull’implantologia e sugli impianti dentali e che adesso saprai.
I denti ammalati di parodontite devono essere curati quando possibile ed il prima possibile
La parodontite (una volta chiamata piorrea) è una infiammazione dei tessuti parodontali che determina una perdita di attacco dei denti alle nostre gengive, con la formazione di tasche parodontali e la mobilità dei nostri denti, unita al sanguinamento delle gengive ed ascessi e che può portare, se non curata tempestivamente, alla perdita di uno o più denti.
Curare la parodontite, specie con grande tempestività, consente di poter inserire un impianto non appena le gengive saranno guarite.
E’ sbagliato e sconsigliato estrarre e sostituire con un impianto ossointegrato un dente che può essere curato
Il dente naturale, se curabile, va salvaguardato: questo è lo spirito stesso dell’odontoiatria conservativa, il cui scopo è salvaguardare i denti dei pazienti il più possibile ricorrendo solo in caso di reale necessità all’inserimento dell’impianto.
Questo non perché l’impianto non sia una valida soluzione, ma perché tutto il sistema dentale fa sì che il dente naturale sia interconnesso con l’osso mandibolare esprimendo al meglio la propria funzionalità grazie al suo alloggio naturale. Inoltre c’è da considerare, nel rispetto che i professionisti hanno per i propri pazienti sotto ogni punto di vista, che anche a livello di costi, l’impianto dentale ha un costo di circa 9/10 volte superiore rispetto all’investimento economico che mediamente ci è richiesto per curare un dente malato da parodontite,
Gli impianti dentali hanno dimostrato elevate percentuali di successo e sono affidabili
Come già detto, non esiste il rigetto in quanto il titanio è percepito dal nostro organismo come se fosse un proprio elemento, e nel 97/99 per cento dei casi, l’impianto in titanio funziona. I pochi casi in cui c’è un insuccesso sono dovuti prevalentemente a cariche batteriche presenti nella nostra bocca al momento dell’inserimento dell’impianto. Nonostante l’applicazione di un rigido protocollo svedese di preparazione all’intervento (bocca pulita, sciacqui di collutorio, copertura antibiotica, allestimento del campo operatorio in assoluta sterilità), la carica di batteri della bocca può comportare in rarissimi casi la presenza di alcuni di essi sulla superficie in cui si inserisce l’impianto. In questi rari casi l’impianto non viene bloccato dall’osso ed andrà dunque rimosso per inserire una nuova vite in titanio dopo aver atteso 45 giorni dalla guarigione.
E’ sbagliato inserire impianti senza prima diagnosticare e, quando presente, curare la parodontite.
Se esistono infezioni gengivali preesistenti, come, appunto la parodontite, potrebbero crearsi gravi complicanze successive all’inserimento di un impianto. E’ questo il motivo per il quale occorre affidarsi per un impianto al nostro dentista implantologo, che si prenda però cura della nostra bocca anche prima dell’intervento e che crei la situazione di salute ideale per le nostre gengive. Rivolgersi ad una clinica o ad un implantologo solamente per l’impianto è piuttosto impensabile per ottenere risultati eccellenti visto che l’intervento deve essere ben pianificato e che la nostra bocca deve essere controllata sia prima che dopo l’intervento. Inserire gli impianti dentali se c’è un’infezione in corso, specie se si tratta di parodontite, potrebbe portare in fase successiva all’inserimento, alla perdita dell’impianto.
Parodontite, scarsa igiene orale e fumo riducono il successo degli impianti
Oltre alla parodontite, anche la scarsa igiene orale ed il fumo possono ridurre il successo degli impianti. Parlando della scarsa igiene orale, infatti, questa è una delle cause che danno origine alla perimplantite che è sostanzialmente l’attacco di placca e tartaro all’osso che mina la stabilità dell’impianto. Parlare di perimplantite, dunque, non è molto diverso dal parlare di parodontite, che causa danni e perdita di denti naturali. La perimplantite trova la sua causa principale, quindi, anche dopo anni dall’inserimento dell’impianto, proprio nella scarsa igiene orale e nella scarsa cura dell’impianto. La perimplantite, se trascurata, può determinare la perdita dell’impianto dentale. L’impianto dentale deve essere curato quotidianamente con igiene orale domiciliare ma anche con periodiche visite di controllo e pulizie dentali professionali.
Il fumo è nemico della salute a 360 gradi e, anche in caso di impianto dentale, può creare serie complicanze: rallentando il processo di rimarginazione delle ferite a causa della vasocostrizione, il fumo può facilitare l’infiammazione dei tessuti intorno all’impianto aumentando la possibilità di incorrere in perimplantite.
Gli impianti dentali inseriti in pazienti con una parodontite guarita funzionano nel tempo
Esiste il rischio di complicanze ed una sopravvivenza leggermente più bassa dell’impianto, statisticamente, in pazienti che hanno sofferto di malattie parodontali. Tuttavia gli impianti dentali inseriti in pazienti con una parodontite guarita funzionano, specie se l’implantologo applica una terapia di mantenimento professionale costante nel tempo.
Gli impianti si possono ammalare di perimplantite causando la perdita degli impianti stessi
Come visto in precedenza, si parla di perimplantite quando c’è una progressiva perdita di osso intorno agli impianti che si associa all’infiammazione della gengiva circostante. Le cause, oltre alla scarsa igiene orale ed al fumo, possono essere anche un numero non sufficiente di controlli periodici dal dentista. Questo può far sì, infatti, che i tessuti perimplantari si infettino al punto tale che l’intervento tardivo del dentista può arrivare quando la perimplantite è già in corso. Il grosso problema della perimplantite infatti è che sì, ricorda la parodontite, ma in realtà la prima ha un processo molto più rapido proprio per la conformazione fisica dell’impianto rispetto al dente.
Ne deriva che la prevenzione e la costanza nella manutenzione del nostro impianto sono fondamentali per la sua durata così come la diagnosi precoce della eventuale perimplantite.
I denti sostenuti dagli impianti dentali devono poter essere facili da pulire
Pulire bene un impianto dentale è una delle basi della durata nel tempo del nostro impianto. La pulizia di un impianto dentale prevede igiene orale quotidiana ma anche controlli periodici ben calendarizzati così da impedire ai batteri derivanti da placca e tartaro di intaccare l’osso che avvolge l’impianto eliminando così il rischio di perdita.
Spazzolino, scovolino (e idropulsore?) devono essere utilizzati quotidianamente per mantenere nel tempo gli impianti
Data la fondamentale importanza dell’igiene per il mantenimento degli impianti, come si possono pulire veramente bene i denti sostenuti dagli impianti stessi? Oltre allo spazzolino, alcuni implantologi consigliano l’utilizzo dell’idropulsore, che altro non è se non un dispositivo che sfrutta il getto d’acqua per pulire il solco gengivale e gli spazi fra i denti rimuovendo così i residui di cibo e la placca molto più a fondo di uno spazzolino. La pressione dell’acqua va regolata a seconda del punto della bocca in cui si rivolge il getto, avendo cura che la temperatura dell’acqua sia tiepida, specie nelle zone più sensibili. Tuttavia è bene ricordare che per la placca più dura l’ideale in caso di impianto è lo scovolino. La testina dello scovolino deve muoversi orizzontalmente dall’alto verso il basso nell’arcata superiore, mentre in quella inferiore il movimento ideale è dal basso verso l’alto. E’ preferibile utilizzare lo scovolino prima dello spazzolino e del dentifricio.
Gli impianti dentali devono essere controllati periodicamente dal dentista e dall’igienista per tutta la nostra vita.
Infine ricordiamoci che, come per tutte le buone cose e gli ottimi risultati, ci vuole dedizione e costanza: oltre alla nostra igiene orale quotidiana dunque, i controlli periodici dal dentista sono la miglior forma di prevenzione contro problematiche legate all’impianto. Il controllo del dentista andrà oltre alla pulizia profonda dal tartaro perché gli specialisti valuteranno lo stato di salute complessivo della nostra bocca, dai denti ai tessuti molli, fino a controllare l’integrità dell’osso e e dell’intero impianto potendo, nell’eventualità di infiammazioni o complicazioni, intervenire tempestivamente salvaguardandolo.
SABATO:
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